Una Casa Famosa ed il suo Architetto
Visto che sogno di diventare un architetto per continuare a progettare case, adesso vi parlerò di uno degli architetti più importanti del XX secolo:
Nacque negli Stati Uniti d'America nel 1869 e la madre da subito decise di farlo diventare un architetto. Da piccolo, per farlo giocare, gli comprò i doni froebeliani. I "doni" erano: “strisce di carta colorata, lucida e opaca, dai colori teneri e brillanti. Attraenti combinazioni a scacchiera di colori… Blocchetti da costruzioni in acero, dalle forme lisce e definite, il cui significato non abbandonerà più le dita ... I lisci triangoli di cartone e i blocchetti d'acero erano importantissimi. Me li sento ancora oggi sotto le dita ... Il quadrato significava purezza, il cerchio l'infinito, il triangolo l'aspirazione; ed erano tutte cose con le quali disegnare nuove forme significative. Nella terza dimensione i blocchetti levigati d'acero diventavano il cubo, la sfera, il tetraedro; miei, tutti, per giocare”. Così questi giochi furono fondamentali nella formazione di Wright, perché gli permisero di conoscere direttamente i materiali, le forme elementari e le loro combinazioni. All’università Wright frequentò per due anni la facoltà di ingegneria civile, ma successivamente si recò a Chicago, dove lavorò come disegnatore; il suo carattere ed il desiderio d'indipendenza lo portarono presto a lavorare da solo. Wright definì la sua architettura ORGANICA, in quanto organicamente connessa al territorio in cui sorge; l'edificio deve fondersi con l'ambiente circostante, tanto da sembrare parte di esso, rispettando l’architettura locale ed inserendosi perfettamente nel paesaggio circostante con le proprie forme ed i propri materiali. Il rapporto diretto fra l’abitazione e la natura viene creato da Wright attraverso la progettazione di finestre continue, di uno spazio porticato che permette alla casa di espandersi all’esterno orizzontalmente e attraverso l'utilizzo di materiali naturali come i mattoni, le decorazioni in terracotta ed il legno. Nell’architettura organica gli spazi si sviluppano liberamente intorno ad un nucleo centrale, senza forme geometriche già decise. L’edificio è tagliato su misura per l’uomo, nasce intorno a lui e cresce con lui come se fosse il suo corpo: "Prendendo come metro un essere umano, ridussi l'intera casa in altezza in modo che si adattasse ad un uomo alto un metro e settanta. E' questa la mia statura. E poiché non credevo in nessun altro metro, all'infuori di quello umano, allargai le masse per quanto mi era possibile, in modo che guadagnassero spazio in senso orizzontale ... Non consideravo più la parete come il lato di una scatola, ma come la chiusura di uno spazio destinata a consentire protezione contro il maltempo o contro il calore. Ma doveva altresì portare nella casa il mondo esterno e permettere che il suo interno si espandesse al di fuori ... La casa cominciò a integrarsi col terreno, a connaturarsi con la prateria che costituiva il suo ambiente". La forma architettonica dunque, secondo Wright, deve essere progettata volta per volta, in considerazione dello specifico utilizzo dell'edificio, dell'ambiente circostante e del tipo di materiali impiegati, scelti in relazione al colore naturale e alle caratteristiche strutturali. Per l’architetto, una costruzione ha senso solo se è unica e irripetibile. Gli interni dei suoi edifici danno un grande senso di spaziosità grazie agli ambienti aperti, dove le stanze confluiscono le une nelle altre. Oltre a questo, il suo obiettivo era quello di unire l’interno dell’abitazione all'ambiente esterno e alla natura circostante. Nella sua architettura possiamo trovare ciò che per lui era più importante: l'attaccamento alla terra, l'amore per i grandi spazi e per gli elementi naturali. I suoi ideali e il suo carattere lo portarono a progettare case per la borghesia ricca. Si trattava di abitazioni unifamiliari con camino centrale in pietra, che rappresenta il cuore della casa ed intorno al quale si sviluppa il soggiorno per le visite, per la lettura, per lo studio, per gli atti della vita quotidiana ed infine i locali per i domestici. "Per Wright la casa è un rifugio, un riparo in cui l'animale umano si può ritirare come in una caverna, protetto dalla pioggia, dal vento e dalla luce". Questa tipologia di edifici era però molto lontana dai problemi delle grandi città in espansione, dove c’era la necessità di avere spazi abitativi minimi per un gran numero di persone con scarse possibilità economiche. Wright visse per anni tra Stati Uniti e Giappone, dove progettò l'Hotel Imperiale, per il quale inventò una struttura antisismica. Il periodo dopo il ritorno dal Giappone fu meno felice: scarseggiava il lavoro e Wright sperimentò nuovi tipi di architettura. A questo periodo, di sostanziale stanchezza, Wright reagì improvvisamente con la Casa sulla cascata, costruita a Bear Run, in Pennsylvania, nel 1936.
Essa rappresenta il capolavoro assoluto di Wright ed è la sua opera più famosa. La villa si trova immersa nella natura, all'interno di un bosco. Sorge direttamente su una roccia, nel punto in cui un torrentello precipita per alcuni metri, creando una meravigliosa cascata naturale. I materiali utilizzati da Wright per la costruzione dell'edificio sono il vetro, il ferro e, per la prima volta, il cemento armato.
Quest'ultimo gli permette di costruire gli ambienti in modo che sporgano molto verso l'esterno con ampie vetrate e terrazze, che si allungano nel vuoto sopra la cascata .
Le pareti portanti verticali sono in pietra e sono costruite sulla roccia sottostante, la stessa su cui scende il torrentello. La casa sembra nata in quell'ambiente insieme agli alberi, alle rocce e all'acqua. Anche se tutto sembra perfettamente naturale, in realtà Wright ha studiato tutto nei minimi dettagli, dimostrando che è possibile all'uomo trasformare la natura secondo le proprie esigenze ma senza distruggerla. Infatti la pianta del piano principale è stata studiata in modo da non dover abbattere gli alberi presenti sul terreno. Così nel soggiorno sono state create rientranze e sporgenze che non sono casuali. ma necessarie per evitare di abbattere un albero e, nello stesso tempo, creare un affaccio sulla cascata nel punto in cui la veduta era migliore.
Il punto centrale della casa è il grande camino del soggiorno intagliato nella roccia (foto sotto).

Esso poggia su un grande masso della cascata sottostante ed è il punto centrale attorno al quale si dispongono tutti gli altri ambienti. Il grande soggiorno è delimitato da ampie vetrate, che permettono di avere una intensa illuminazione naturale ed un'ampia visuale sul bosco circostante. All'interno gli spazi sono quanto più possibile aperti, evitando stanze piccole e chiuse. Le pareti divisorie non sono portanti e il loro impiego è ridotto al minimo. Anche gli arredi sembrano sorgere dalla struttura stessa. Il pavimento è della stessa pietra della roccia esterna. I pilastri sono rivestiti con la pietra del luogo, ed anche le panche e le sedute nel soggiorno sono in pietra e legno, così come di legno naturale sono il finto lucernario del soffitto e buona parte degli infissi (foto sotto).
La casa sulla cascata è l'opera che meglio rappresenta l'architettura organica, essendo perfettamente integrata nell'ambiente circostante, in un luogo che è una meraviglia della natura.
Cliccando nel seguente link, potete ammirarla in tutte le sue parti e sono sicuro che rimarrete stupiti dalla sua bellezza ed unicità e, come me, desidererete andarci a vivere.
https://youtu.be/9CVKU3ErrGM
Frank Lloyd Wright
Nacque negli Stati Uniti d'America nel 1869 e la madre da subito decise di farlo diventare un architetto. Da piccolo, per farlo giocare, gli comprò i doni froebeliani. I "doni" erano: “strisce di carta colorata, lucida e opaca, dai colori teneri e brillanti. Attraenti combinazioni a scacchiera di colori… Blocchetti da costruzioni in acero, dalle forme lisce e definite, il cui significato non abbandonerà più le dita ... I lisci triangoli di cartone e i blocchetti d'acero erano importantissimi. Me li sento ancora oggi sotto le dita ... Il quadrato significava purezza, il cerchio l'infinito, il triangolo l'aspirazione; ed erano tutte cose con le quali disegnare nuove forme significative. Nella terza dimensione i blocchetti levigati d'acero diventavano il cubo, la sfera, il tetraedro; miei, tutti, per giocare”. Così questi giochi furono fondamentali nella formazione di Wright, perché gli permisero di conoscere direttamente i materiali, le forme elementari e le loro combinazioni. All’università Wright frequentò per due anni la facoltà di ingegneria civile, ma successivamente si recò a Chicago, dove lavorò come disegnatore; il suo carattere ed il desiderio d'indipendenza lo portarono presto a lavorare da solo. Wright definì la sua architettura ORGANICA, in quanto organicamente connessa al territorio in cui sorge; l'edificio deve fondersi con l'ambiente circostante, tanto da sembrare parte di esso, rispettando l’architettura locale ed inserendosi perfettamente nel paesaggio circostante con le proprie forme ed i propri materiali. Il rapporto diretto fra l’abitazione e la natura viene creato da Wright attraverso la progettazione di finestre continue, di uno spazio porticato che permette alla casa di espandersi all’esterno orizzontalmente e attraverso l'utilizzo di materiali naturali come i mattoni, le decorazioni in terracotta ed il legno. Nell’architettura organica gli spazi si sviluppano liberamente intorno ad un nucleo centrale, senza forme geometriche già decise. L’edificio è tagliato su misura per l’uomo, nasce intorno a lui e cresce con lui come se fosse il suo corpo: "Prendendo come metro un essere umano, ridussi l'intera casa in altezza in modo che si adattasse ad un uomo alto un metro e settanta. E' questa la mia statura. E poiché non credevo in nessun altro metro, all'infuori di quello umano, allargai le masse per quanto mi era possibile, in modo che guadagnassero spazio in senso orizzontale ... Non consideravo più la parete come il lato di una scatola, ma come la chiusura di uno spazio destinata a consentire protezione contro il maltempo o contro il calore. Ma doveva altresì portare nella casa il mondo esterno e permettere che il suo interno si espandesse al di fuori ... La casa cominciò a integrarsi col terreno, a connaturarsi con la prateria che costituiva il suo ambiente". La forma architettonica dunque, secondo Wright, deve essere progettata volta per volta, in considerazione dello specifico utilizzo dell'edificio, dell'ambiente circostante e del tipo di materiali impiegati, scelti in relazione al colore naturale e alle caratteristiche strutturali. Per l’architetto, una costruzione ha senso solo se è unica e irripetibile. Gli interni dei suoi edifici danno un grande senso di spaziosità grazie agli ambienti aperti, dove le stanze confluiscono le une nelle altre. Oltre a questo, il suo obiettivo era quello di unire l’interno dell’abitazione all'ambiente esterno e alla natura circostante. Nella sua architettura possiamo trovare ciò che per lui era più importante: l'attaccamento alla terra, l'amore per i grandi spazi e per gli elementi naturali. I suoi ideali e il suo carattere lo portarono a progettare case per la borghesia ricca. Si trattava di abitazioni unifamiliari con camino centrale in pietra, che rappresenta il cuore della casa ed intorno al quale si sviluppa il soggiorno per le visite, per la lettura, per lo studio, per gli atti della vita quotidiana ed infine i locali per i domestici. "Per Wright la casa è un rifugio, un riparo in cui l'animale umano si può ritirare come in una caverna, protetto dalla pioggia, dal vento e dalla luce". Questa tipologia di edifici era però molto lontana dai problemi delle grandi città in espansione, dove c’era la necessità di avere spazi abitativi minimi per un gran numero di persone con scarse possibilità economiche. Wright visse per anni tra Stati Uniti e Giappone, dove progettò l'Hotel Imperiale, per il quale inventò una struttura antisismica. Il periodo dopo il ritorno dal Giappone fu meno felice: scarseggiava il lavoro e Wright sperimentò nuovi tipi di architettura. A questo periodo, di sostanziale stanchezza, Wright reagì improvvisamente con la Casa sulla cascata, costruita a Bear Run, in Pennsylvania, nel 1936.
Essa rappresenta il capolavoro assoluto di Wright ed è la sua opera più famosa. La villa si trova immersa nella natura, all'interno di un bosco. Sorge direttamente su una roccia, nel punto in cui un torrentello precipita per alcuni metri, creando una meravigliosa cascata naturale. I materiali utilizzati da Wright per la costruzione dell'edificio sono il vetro, il ferro e, per la prima volta, il cemento armato.
Quest'ultimo gli permette di costruire gli ambienti in modo che sporgano molto verso l'esterno con ampie vetrate e terrazze, che si allungano nel vuoto sopra la cascata .
Le pareti portanti verticali sono in pietra e sono costruite sulla roccia sottostante, la stessa su cui scende il torrentello. La casa sembra nata in quell'ambiente insieme agli alberi, alle rocce e all'acqua. Anche se tutto sembra perfettamente naturale, in realtà Wright ha studiato tutto nei minimi dettagli, dimostrando che è possibile all'uomo trasformare la natura secondo le proprie esigenze ma senza distruggerla. Infatti la pianta del piano principale è stata studiata in modo da non dover abbattere gli alberi presenti sul terreno. Così nel soggiorno sono state create rientranze e sporgenze che non sono casuali. ma necessarie per evitare di abbattere un albero e, nello stesso tempo, creare un affaccio sulla cascata nel punto in cui la veduta era migliore.
Il punto centrale della casa è il grande camino del soggiorno intagliato nella roccia (foto sotto).

Esso poggia su un grande masso della cascata sottostante ed è il punto centrale attorno al quale si dispongono tutti gli altri ambienti. Il grande soggiorno è delimitato da ampie vetrate, che permettono di avere una intensa illuminazione naturale ed un'ampia visuale sul bosco circostante. All'interno gli spazi sono quanto più possibile aperti, evitando stanze piccole e chiuse. Le pareti divisorie non sono portanti e il loro impiego è ridotto al minimo. Anche gli arredi sembrano sorgere dalla struttura stessa. Il pavimento è della stessa pietra della roccia esterna. I pilastri sono rivestiti con la pietra del luogo, ed anche le panche e le sedute nel soggiorno sono in pietra e legno, così come di legno naturale sono il finto lucernario del soffitto e buona parte degli infissi (foto sotto).
La casa sulla cascata è l'opera che meglio rappresenta l'architettura organica, essendo perfettamente integrata nell'ambiente circostante, in un luogo che è una meraviglia della natura.
Cliccando nel seguente link, potete ammirarla in tutte le sue parti e sono sicuro che rimarrete stupiti dalla sua bellezza ed unicità e, come me, desidererete andarci a vivere.
https://youtu.be/9CVKU3ErrGM
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