ITALIANO

PIRANDELLO

Il mio viaggio ci ha portato in Sicilia, perciò, dato che è una bellissima terra ricca di cultura, mi sembra opportuno, prima di lasciarla, parlarvi di uno dei suoi più rappresentativi scrittori:

Luigi Pirandello
<<Io sono figlio del Caos; e non allegoricamente, ma in giusta realtà, perché son nato in una nostra campagna, che trovasi presso ad un intricato bosco denominato, in forma dialettale, Càvusu dagli abitanti di Girgenti, corruzione dialettale del genuino ed antico vocabolario greco "Kaos".>>


Luigi Pirandello nacque nel 1867 in Sicilia, a Girgenti (oggi Agrigento) da una famiglia agiata: suo padre dirigeva una miniera di zolfo. Dopo aver frequentato le università di Palermo e di Roma, si trasferì a Bonn, in Germania, dove si laureò in Lettere nel 1891. Nel 1892 tornò in Italia e andò ad abitare a Roma, dove iniziò a insegnare Letteratura italiana presso l'Istituto superiore di Magistero; nel frattempo cominciò a collaborare anche con vari giornalisti e riviste. Nel 1894 sposò Maria Antonietta Portulano, figlia di un ricco socio del padre. La coppia ebbe tre figli.
La situazione precipitò nel 1903. Un allagamento e una frana rasero al suolo la miniera di zolfo della famiglia Pirandello, in cui la coppia aveva investito i risparmi. Inoltre, in quel periodo la moglie di Pirandello cominciò a manifestare i sintomi di una grave malattia mentale, che poi la costringerà a vivere in un manicomio fino alla morte.
Le difficoltà economiche e i problemi di famiglia portarono Pirandello a intensificare l’attività di scrittore: nacquero così i suoi romanzi più famosi e una serie di novelle, con cui ottenne una grande fama in Italia. Fu però il teatro a portarlo al successo internazionale.
Nel 1924 aderì al partito fascista, ma ben presto ne prese le distanze.
Nel 1934 ricevette il premio Nobel per la Letteratura. Morì nel 1936 a Roma dopo una polmonite.

Pirandello scrisse molti racconti durante la sua vita e li raccolse in un'unica opera formata da quindici volumi e intitolata "Novelle per un anno". 
Quest'anno a scuola abbiamo letto la novella intitolata "Cinci". Il racconto parla di un ragazzo di nome Cinci, che ogni giorno, quando torna a casa da scuola, deve aspettare la mamma davanti alla porta di casa perché non ha le chiavi per entrare. Cinci è un adolescente, con gli occhi verdi penetranti e i capelli sempre spettinati e ispidi, che vive da solo con la mamma perché il babbo è morto prima che lui nascesse. Insieme a loro vive anche il cane Fox.
Un pomeriggio, tornando come sempre a casa da scuola, Cinci trova Fox che lo aspetta davanti alla porta. La mamma è sempre a lavoro: va a cucire nelle case delle famiglie più ricche del paese. Cinci è stanco di aspettare ogni giorno per ore davanti alla porta e così, quel pomeriggio, comincia a prenderla a calci con rabbia e a sbatterle contro i suoi libri. Qualche passante si ferma e lo guarda male. Cinci allora smette di colpire la porta e decide di andare verso la campagna a cogliere un frutto per mangiarlo. Attraversando il paese, decide di entrare in chiesa. L'ambiente silenzioso della chiesa gli fa venire improvvisamente voglia di buttare in terra il suo fagotto dei libri, per fare rumore e attirare l'attenzione. Gli sguardi di rimprovero delle vecchiette sedute sulle panche lo costringono ad uscire dalla chiesa e a incamminarsi verso la campagna.
A un certo punto Cinci si siede su un muretto e lì incontra un ragazzino della sua età, che sta cercando di catturare una lucertola. Dopo averla catturata, Cinci si avvicina per guardarla meglio e l'altro ragazzo, temendo che Cinci gliela voglia rubare, la uccide.   Allora Cinci si arrabbia e i due cominciano a picchiarsi. A un certo punto Cinci prende una pietra dal muretto e la lancia contro l'altro ragazzo, colpendolo alla testa e uccidendolo. Cinci si rende subito conto che il ragazzo è morto, ma non vuole credere di averlo ucciso lui, gli sembra tutto un sogno. Decide allora di tornare a casa e attraversa di nuovo il paese. Ormai è buio. Dopo essere tornato davanti alla porta di casa sua, Cinci vede che la mamma non è ancora tornata e allora pensa di dirle, quando lei arriverà, di non essersi mai mosso da lì.

Così finisce la novella di Cinci, ma il finale non mi ha soddisfatto, quindi proverò a modificarlo aggiungendo ciò che succede a Cinci dopo il ritorno della mamma:

La mamma di Cinci torna a casa verso mezzanotte e lui le dice di aver passato tutto il pomeriggio ad aspettarla davanti alla porta. La mattina dopo, verso le otto, un contadino, mentre va a lavorare nei campi, trova il cadavere del ragazzo abbandonato vicino al muretto. Allora molla tutto lì e corre a chiamare i carabinieri del paese. Dopo aver raccontato del cadavere, il contadino porta i carabinieri sul luogo del delitto. Appena arrivano lì, i carabinieri, vedendo accanto al cadavere una pietra sporca di sangue, arrivano alla conclusione che il ragazzo è stato ucciso da una persona che lo ha colpito in testa con quella pietra. I carabinieri decidono di andare ad interrogare tutti gli abitanti del paese e, dopo qualche giorno, arrivano a casa di Cinci. Messo alle strette dalle tante domande dei carabinieri, Cinci scoppia a piangere e, mentre racconta la verità, realizza finalmente di aver ucciso davvero quel ragazzo, ma senza volerlo. I carabinieri credono a Cinci e decidono di non arrestarlo.

Come ho già detto sopra, fu il teatro a portare Pirandello al successo internazionale. Le sue opere infatti furono messe in scena nei teatri più famosi d'Europa, soprattutto in Francia e in Inghilterra.
E' proprio in questi due Paesi che faremo le ultime due tappe del nostro viaggio.

Non perdetevi gli ultimi due post!



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